Un pomeriggio torrido di mezza estate mi trovavo in un angolo verde di un paesino chiamato Viseù, nel nord del Portogallo, la terra bruciava, i colori giallastri non si smentivano, un bel pasteis de nata e un buon caffè, zero euro e qualcosa in totale.
Allora perché non partire per un tour completo se tutto è così economico… sarebbe la volta buona per investire e visitare un paese ancora del tutto nuovo.
Tania e Tiago, gli amici che mi ospitavano in quell’istante a casa loro, mi proposero il tour 250; con 250 euro a testa dovevamo compiere il tour completo del Portogallo, da nord a sud in 10 giorni.
Allora l’indomani cominciammo ad informarci per il noleggio di un auto che sembrava impossibile di quei periodi, ma di certo non potevamo pensare di spostarci con i mezzi e alloggiare in hotel; tanto che acquistammo due tende super veloci da montare e smontare alla decathlon a un prezzo d’affare.
Dopo 10 noleggi d’auto girati, finalmente trovammo l’auto disponibile per partire alla volta del sud.
Avevamo affinato un programma molto dettagliato nei giorni precedenti, al quale attenerci per non sforare con il budget, era affitto nero su bianco e non potevano esserci cambi di programma e nemmeno imprevisti; questo avrebbero cambiato il corso del nostro viaggio facendoci rinunciare a delle tappe. Non potevamo permettercelo.
Arrivammo ad Èvora, un incantevole roccaforte situata al centro meridionale dell’Alentejo, regione del Portogallo. La gente era in festa, forse cadeva proprio di sabato il nostro arrivo, e la cittadella con le ore della sera si animava sempre più, locali pieni, schiamazzi allegri, gente di tutte le età che sorridente si spostava da un locale all’altro della città; sembrava d’essere capitati all’interno di un film ambientato in una bella serata d’estate.
Èvora, capoluogo della regione centro-meridionale dell’Alentejo
Riprese e montaggio di Tania De Pascalis
Fotografia: Tiago Marquès

La notte arrivó e noi l’indomani saremmo dovuti partire presto alla volta di nuovi posti, nuove riprese, nuove avventure; montammo le nostre tende in un prato fuori dalle mura e ci addormetammo, riuscendo ad abbattere il tessuto della tenda sopra le nostre teste che ci separava dal cielo ed i nostri sogni volarono liberi, liberi come lo eravamo noi. Ci riportó alla realtà l’impianto d’irrigazione dell’aiuola alle 5 del mattino.
L’Alentejo, mi avrebbe regalato tante avventure, ma io ancora non lo sapevo; l’avrei scoperto di li a breve.
Però ora il nostro viaggio doveva continuare, e noi ci ritrovammo nella steppa dei sugheri; puntualmente in mezzo ai guai, la cosa che ci riusciva meglio.
Camera: Tania
Guida Safari: Tiago
Reporter: Martina
Dopo aver rincorso animali di ogni genere per la regione dei cavalli selvaggi entrammo nella regione più a sud, L’Algarve, terra di spiagge dorate e rocce color amaranto.
Il nostro accampamento ci permise di passare albe, tramonti e lune spettacolari, filmare e conoscere luci e maree di ogni genere. Ci cimentammo nella costruzione notturna di barriere per drenare l’alta marea diretta alle nostre umili dimore. Sopravvivemmo come avrebbe fatto un uomo su di un isola deserta e ammetto che ne uscimmo egregiamente soddisfatti delle nostre tecniche ingeniose di accordo con la natura.

Praia da Rocha, Algarve, Portugal
Riprese e montaggio: Tania De Pascalis

Rocce notturne
Ph: Tania De Pascalis
Piccolo aneddoto: la sera ci davamo i turni finita la costruzione delle barriere, per controllare che effettivamente l’acqua non arrivasse alle tende e ci bagnasse l’attrezzatura fotografica; scorsi un ombra che si avvicinava furtivamente tra le rocce, feci un salto e urlai… Tiago ridendo mi disse: quello la è più interessato alle monetine sotto la sabbia che a te. 😳 Era un ricercatore d’oro con una sonda che sarà costata almeno come la nostra macchina a noleggio.

Spiaggia delle tre sorelle
Ph: Tania De Pascalis
Praia Dos tres Irmau
Riprese e montaggio: sempre Tania

Ph: Tania De Pascalis

Ph: Tania De Pascalis
Salivamo le pendici di questa collina erbosa ed entrammo nel luogo più oscuro e simbolico che potessimo immaginare di trovare; pozzi, caverne, cunicoli, palazzi e torri sontuose ed eleganti, ci donava così la Quinta da Regaleira, conosciuta anche con il nome di palàcio do Monteiro dos milhoes “Monteiro dei milioni”, dal nome del suo ricco proprietario, costruita dall’architetto italiano Luigi Manini era utilizzata per svolgere rituali di iniziazione massonica nelle sue parti più nascoste.
Sintra, Quinta da Regaleira
Video e montaggio: Tania De Pascalis

Ph: Tania De Pascalis
Óbidos
Incantevole cittadina entro le mura, casa di artigiani e piccole botteghe, dai colori caldi e il clima sereno, tutto viaggia lento e mai si ferma.
Ammetto di aver pensato di voler venire qui ad abitare, cercarmi un impiego all’interno di queste mura, dove il tempo pare ovattato e rilassato, chissà come sarebbe stato il mio futuro già passato se mi fossi veramente fermata ad Obidos.


Ultima tappa, forse la più caratteristica; la Serra de Estrella, la montagna delle stelle.
Li respiri il vero significato di un popolo, le montagne, i paesi che si destreggiano su di esse, gli uomini che le abitano, le loro abitudini ed il loro lavoro sudato.
Nei bar e nelle rade trattorie incontrate per strada osservavo molto i loro visi, il modo di parlare, mi ricordava la mia terra, la valle verde, i miei nonni, e sempre più mi capacitavo di come siamo tutti ugualmente simili su questa terra. Su come poco conta da dove vieni e quello che hai fatto, ma tutto il mondo è paese non era solo uno sciocco detto come sentivo fin da piccola, ma era una reale verità.
Per sera arrivammo in cima alla Serra de Estrella, la montagna più alta del Portogallo, dalla quale si possono ammirare le stelle più luminose non essendo disturbata da nessun tipo di inquinamento luminoso; Ci accampammo, montammo una tenda, per stare più vicini e patire meno il freddo della notte, il vento gelato si faceva sentire a quell’altitudine; fotografammo le stelle, la via lattea sopra di noi.
Ma al mattino non eravamo più soli; Un cane, di dimensioni enormi girava e ci annusava da fuori la tenda, avevamo uno strato di rete per spiare l’aspetto del visitatore inatteso e ammetto che averlo visto non creava in noi più tranquillità rispetto a prima. Si trattava del pastore della Serra de Estrella, uno dei molossidi di razza canina più grossi al mondo.
Si vede quanto gli animali siano superiori rispetto al genere umano. Noi, il terrore nella pelle per lui, lui per noi solo una concentrata attenzione che non facessimo passi falsi, per il resto l’indifferenza totale rispetto i nostri umili e benevoli piani. Scappammo in punta di piedi come dei ladri dalla tenda alla macchina, senza senso, per poi recuperare la tenda ancora intera tirandola in macchina come avrebbe fatto un personaggio stupido di un cartone animato in un attimo di follia. Il cane che ci seguiva con lo sguardo nel mentre procedeva con le pulizie d’autunno al suo manto, “poveri, sciocchi esseri umani” avrà sicuramente pensato.

Fotografia:
Tania De Pascalis e Tiago Marquès

Spettacolare
Leggerlo é in parte viverlo.
Complimenti
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