Una giornata molto assolata si concludeva come molte, ma questa volta la mia prudenza venne meno.
Mi trovavo niente pò pò di meno che al centro di un lago (visto dal satellite) semi-deserto, la sua texture lasciava ad immaginare un film di Sergio leone con una bella colonna sonora di desolazione.

Un film che quel giorno il destino mi aveva proiettato? O io che ne avessi avuto la necessità??
Beh, sta di fatto che io mi trovavo li, e non avevo prudenzialmente fatto grandi scorte partendo la mattina dalla tappa precedente.
O un cagnolino mi aveva talmente intenerito che avevo diviso gran parte del mio pranzo con lui, non destinandone una fetta alla mia futura e odierna cena.
“Tanto bello e simpatico che l’avrei portato con me se avesse fatto qualche metro in più al mio fianco”.

Tornando a noi, la cena era finita in colazione e di provviste sul cammino neanche una; un tocco di pane secco e mezza bottiglietta d’acqua da mezzo litro, le uniche provviste avanzate.
Opsss scusate, una banana esclusivamente da tenere in visione di crampi veri e allo stomaco la mattina seguente 🙈 .
Montai la tendupola su di una collina vista lago deserto e mi misi a consumare la mia cena guardando il tramonto, la cena più povera mai vista prima, pensai che nemmeno Ghandi mangiava così magramente.

Mi ritirai sperando di addormentarmi il prima possibile, per evitare di pensare di avere fame, ma ben presto appisoccata sentii un brutto verso della natura.
Un maiale! Un cinghiale dico io! Ma ch c….. ci fa un cinghiale qui?! Fuori dalla ma tendupola! C…..
Prima una lotta consumata con un altro povero animale, che capii non ebbe avuto la meglio; ma forse questo l’unico motivo che mi salvò.
Si avvicinava, furento, grugnendo e ringhiando verso quella piccola lucina accesa dentro la tenda sopra di me. Io mi ero già chiusa all’interno del sacco a pelo 0 gradi, fino al naso; pensando: se debbo morire non voglio vedere la mia misera fine obbrobriosa.
Che stupida! C…. che stupida mi dicevo tra me e me, respirando all’interno delle mani incrociate per non fare sentire il mio respiro affannoso.
Come se la bestia non vedesse nei miei vasi sanguigni scorrere il sangue in piena spinto da una pompa a compressione! Figuriamoci! Il Cuore mi stava esplodendo dal petto.
Lui si mise dietro la mia nuca sdraiata, e comincio a sniffare allegramente, sbuffando aria dalle narici come quando un toro carica il torero; ed io avevo probabilmente le possibilità di sopravvivere di una pecorella smarrita in un branco di lupi. 😬
Ma questa non fu la fine, almeno non per me, il cinghiale non capì mai cosa ci fosse all’interno di quel l’involucro luminoso, ma sicuramente sentì che ciò che dentro tremava non intendeva fargli ne del male, ne impossessarsi del suo regno e della sua casa.
Mi astenevo da pensieri negativi, anzi, cercai di pensare a qualcosa di bello, di positivo, alla mia famiglia, ai miei animali, e lì tutto calò all’unisono con la notte.
Il cinghiale si addormentò, credo proprio fuori della mia tenda, ed io rimasi lì ad ascoltare crescere il sole all’alba.
Aprii piano, senza troppi movimenti bruschi, e spiai fuori, non c’era.
Presi i miei effetti e portai la tenda sotto braccio fino alle rughe del lago a valle, la vista era ampia e il controllo avevo su tutto, guardinga arrotolai e infilai tutto nello zaino, appendendo la tenda all’esterno.

Cominciai a camminare annusando la vita, l’aria, e ciò che avevo imparato, non molto lontano sentii uno sparo, e li capii che un essere umano era stato salvato quella notte da un altro essere che si era sacrificato per me.
Mi misi a piangere.
Un misto di gioia e dolore profondo per la vita mi assaliva.

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